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Sentenza ingiusta

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Grisonio
view post Posted on 11/10/2007, 13:22




Da: http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=212486

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Germania, violenta la ex
Pena ridotta: "E' sardo".


Hannover - "E' sardo". E' questa l'attenuante "etnica e culturale" con cui i giudici tedeschi di Hannover hanno ridotto la pena a un cameriere 29enne italiano colpevole di aver segregato, torturato e violentato per tre settimane la ex fidanzata lituana, perché convinto che lo tradisse.

"E' sardo" La sentenza è di un anno fa ma è stata resa nota solo in questi giorni in quanto il legale del giovane, l’avvocato Annamaria Busia, sta tentando di fargli scontare la pena in Italia. E nella sentenza si legge testuale: "Si deve tenere conto delle particolari impronte culturali ed etniche dell’imputato. È un sardo. Il quadro del ruolo dell’uomo e della donna, esistente nella sua patria, non può certo valere come scusante me deve essere tenuto in considerazione come attenuante".

"Sentenza razzista" Il fatto di essere nato in Sardegna, per il giudice tedesco, rende meno grave la responsabilità del giovane che, convito che la fidanzata lituana lo tradisse, l’ha tenuta prigioniera per tre settimane sottoponendola anche a violenze sessuali di gruppo e arrivando a orinarle addosso. Le convinzioni sui sardi del magistrato hanno fatto risparmiare al cameriere 29enne almeno due anni di carcere. Il suo avvocato rimane comunque indignato. "È una sentenza razzista", afferma sconcertata Annamaria Busia.

"Non una cultura sarda di segregazione" "Se le motivazioni dei giudici sono quelle riportate dagli organi di stampa c’è da inorridire". Il presidente del Consiglio regionale della Sardegna Giacomo Spissu, raggiunto al telefono, commenta così la notizia dello sconto "perché sardo" al giovane che ha violentato la sua ex fidanzata in Germania. "Non c’è - precisa Spissu - alcuna cultura sarda di segregazione e violenza sulle donne e di gratuita perversione. Si tratta di un episodio di violenza e, come tale, da condannare".

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Penso che il vero razzismo sia stato effettuato nei confronti della povera
ragazza dell'est, più che del sardo. Pare che con questa sentenza il cameriere
sardo accusato di gravi illeciti abbia usufruito di uno sconto di pena di due anni.
Il giudice può essere ignorante in fatto di cultura mediterranea e pensare
che qui siano tutti estremisti islamici, che da noi si violentano le donne per
costumanza o che si sequestrano per tradizione o quant'altro, ciò non toglie però
che, favorendo il carnefice con la riduzione della pena, ha fatto un torto alla vittima.
A quel sardo avrei dato i lavori forzati a vita. Idem per i suoi compagni di stupro.
 
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trixi
view post Posted on 12/10/2007, 10:10




quando ho sentito la notizia al telegiornale sono rimasta a bocca aperta.
Che vergogna..
Però non ho capito, il suo avvocato ha criticato la sentenza definendola razzista, ma non è lei che ha difeso il ragazzo?
 
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Grisonio
view post Posted on 12/10/2007, 11:00




L'avvocato forse trova ridicola e offensiva la motivazione, ma di certo non può che essere felice per il suo cliente. La sentenza è stata definita razzista da molti giornalisti e politici (escluso l'on. Cossiga, che ritiene importante nel processo considerare le differenze etniche e culturali) perchè le motivazioni della riduzione di pena inducono chiunque a credere che in Sardegna tale comportamento incivile sia parte della nostra cultura. Cosa che non è. Secondo me il giudice tedesco l'ha fatto in buona fede e non per razzismo, tralaltro favorendo l'italiano e assegnandogli 6 anni anzichè 8. Immagino che da adesso in Germania, dopo lo scandalo, le sentenze per gli italiani saranno più pesanti. Quello che però mi fa tristezza è quella ragazza della Lituania, sequestrata, stuprata, violentata dal branco e persino orinata addosso. Criminali.
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da: http://www.loccidentale.it/node/7581

Ai relativisti nostrani non piace il relativismo
della sentenza anti-sarda di Dino Cofrancesco


Finalmente una sentenza che rompe con la retorica dell’illuminismo, con l’universalismo liberale, con i presunti "diritti naturali" dell’uomo e del cittadino ovvero con tutte quelle brutte cose che hanno partorito il totalitarismo rosso e nero! I giudici di Hannover hanno inflitto una condanna di sei anni a un giovane sardo, Maurizio Pusceddu, colpevole di aver tenuto prigioniera e seviziato l’ex fidanzata lituana. Avrebbero dovuto dargliene otto ma hanno considerato le "attenuanti etniche e culturali".

Se il conterraneo di Graziano Mesina si fosse trovato dinanzi a magistrati kantiani, ammalati di imperativi categorici e di "norme che dettano incondizionatamente", non avrebbe avuto nessuno sconto di pena: "Sei uomo e, come tale, avresti dovuto ascoltare la voce del Dovere e trattare l’altro (in questo caso l’altra) sempre come fine e mai solo come mezzo".

Per fortuna, i tempi cambiano e i presidenti dei tribunali, anche in Germania, sanno che gli uomini non sono eguali, che i costumi, le mentalità, i modi di trattare l’altra metà del cielo variano con le latitudini e le longitudini e che uno stupro al di qua del fiume non è la stessa cosa di uno stupro al di là. Hanno commesso un piccolo errore, quello di attribuire alla Sardegna la stessa "cultura" (nel senso più neutrale e antropologico del termine) di qualche sperduto altopiano asiatico abitato da fondamentalisti musulmani. Errare humanum est e uno sbaglio non è una colpa: non si offende nessuno—che sia sardo o scozzese—a scambiarlo per un taliban: le tribù hanno tutte la stessa dignità anche se sono molto diverse e se qualcuna (quella occidentale) ritiene, con grande presunzione, di non essere una "tribù".

Invece di applaudire al coraggio dei magistrati tedeschi s’è scatenata, in Italia, una canea trasversale che ha visto unite destra e sinistra. Il legale di Pusceddu, ha detto di essere inorridita per i "riferimenti alla razza e all’etnia" ma non solo si è guardata bene dall’esigere, per il suo assistito, la stessa identica pena che sarebbe stata comminata a un cittadino tedesco—otto anni invece di sei— ma, come ha riferito l’ANSA "ha presentato istanza alla Corte d’Appello del capoluogo sardo per ottenere che la pena possa essere scontata in Italia": non si capisce bene a quale titolo dal momento che il Pusceddu ha commesso il reato in Germania e la sua vittima non ha nulla a che vedere col nostro paese, trattandosi, come s’è detto, di una immigrata lituana.

Insomma l’Avv. Annamaria Busia desidera che il suo conterraneo venga trattato come un cittadino italiano ed europeo? E allora perché accetta lo sconto di pena e vuole riportarselo in Italia come se fosse un ‘diverso’? Se invece non lo considera uguale agli ospiti tedeschi e ne richiama l’appartenenza a "un sistema dove è sempre stato in vigore il matriarcato", perché non chiede, per lui, una pena doppia giacché un reato misogino commesso da chi ha le sue radici in una società patriarcale è meno grave di quello imputabile al rampollo di una comunità matriarcale?

A dare man forte alla Busia non potevano mancare i politici. Il deputato di AN, Bruno Murgia, ha subito sollecitato il nostro governo "a chiedere le scuse della Germania" e ad offrirle "un corso gratuito di antropologia culturale. Il giudice di Hannover scoprirà così che i sardi non sono tutti zoticoni e incivili, come non tutti i tedeschi sono responsabili di aver messo gli ebrei nei forti crematori". Una reazione esemplare col suo mix di politically uncorrect e di opportuni richiami ai Lager, quale poteva venire solo da un vero patriota italosardo!

Non meno reattivo è stato il sottosegretario alla Giustizia, Luigi Manconi, che non ha esitato a bollare come "razzismo differenzialista" una sentenza pur ispirata al multiculturalismo e al relativismo oggi in auge. "Le appartenenze culturali, le tradizioni etniche (ma non esiste una etnia sarda), le credenze religiose, le consuetudini alimentari, le forme di relazione, i costumi e gli stili di vita—ha sentenziato-- possono, e devono essere, accettati e fin tutelati. Ciò vale per i sardi, i valtellinesi e i musulmani ma a una e irrinunciabile condizione: che non violino i diritti fondamentali della persona. In questo caso, la parità, la libertà e l'integrità della donna". Bene, torniamo ai vituperati lumi! Ma allora perché non esigere che Pusceddu venga condannato a una pena più severa e, soprattutto, che la sconti in Germania, un paese serio, in cui se si viene condannati a un periodo di detenzione, breve o lungo che sia, non si prevedono indulti e indultini che facciano uscire il reo prima del tempo?

Isabella Bortolini, VicePresidente dei Deputato di Forza Italia, sa con chi prendersela per il "messaggio gravemente diffamatorio e razzista" che viene da Hannover: "Le affermazioni del nostro Ministro Amato sulla tradizione siculo-pakistana di picchiare le donne—ricorda opportunamente— non aiutano il nostro Paese a uscire dalla schiavitù dei luoghi comuni e dei pregiudizi". S’impone anche per lei, pertanto, la protesta ufficiale di Prodi e di D’Alema "presso la Merkel per difendere il buon nome degli italiani all’estero". Neppure la Bortolini, però,ci dice se il torturatore-stupratore delle donne debba o no rimanere in Germania e se i sei anni siano da considerarsi bastanti per le violenze subite dalla malcapitata lituana. E’ una professionista politica, si dirà, più interessata a spargere fumi polemici e atti di accusa con risonanze massmediatiche che a venire al dunque.

Per fortuna, però, è intervenuta l’accademia a rimettere le cose a posto e a portare nel tenebroso affare la luce della scienza. Non sa il giudice tedesco, ha detto il Professore Emerito dell’Università di Sassari, Manlio Bragaglia, "che la leggenda vuole che in Sardegna c’è ancora il matriarcato e, quindi, sono le donne che picchiano gli uomini?".

A dir la verità, non lo sapevamo neppure noi italiani "continentali" che, pensando alle donne sarde, ci figuravamo umili e discrete zie Pottoi intente ai fornelli o al telaio, e che ora, alla luce di tali costumi, possiamo capire perché sei anni di galera "non sono pochi" (i poveri maschi sardi, abituati ad essere picchiati da madri e mogli, anzi dovrebbero venir elogiati qualora le parti s’invertissero! ) Grazie a Bragaglia siamo pure in grado di collegare i "motivi etnici e culturali", addotti nella sentenza, alla formazione filosofica dei giudici tedeschi condizionati "evidentemente" dalle "teorie di Lombroso e di Niceforo" che "continuano a circolare".

Ci saremmo non poco preoccupati, per la verità, se fossero mancate le citazioni di Cesare Lombroso e di Alfredo Niceforo. I due scienziati sociali, infatti, da tempo non più letti, restano nondimeno, nell’immaginario collettivo degli eterni don Ferrante, come i simboli più tetri del positivismo superficiale e razzista. Inutile dire che, nonostante gli aspetti irrimediabilmente caduchi delle loro ricerche, furono studiosi tutt’altro che mediocri e che appartennero a quella cultura moderatamente progressista e con tratti liberali che avrebbe voluto fare del nostro un "paese civile", cominciando col distruggere le illusioni sulla ricchezza del meridione, sulle eccellenti qualità dell’italiano medio, sulla nostra antica, superiore, civiltà. Dove impera la retorica, l’analisi pacata e ragionevole si ritira in buon ordine.

Nel Pantheon già tanto ricco della filosofia e della scienza tedesche tra Otto e Novecento, Bragaglia, in definitiva, vorrebbe pure includere i nostri due antropologi: l’orgoglio "etnico" ferito si converte, paradossalmente, nella svendita del nostro patrimonio intellettuale! E’ una pagina di regressione tribale che ci si augura di veder chiusa al più presto.

 
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Giogiolott
view post Posted on 12/10/2007, 11:58




non ci sono parole image image image
 
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surena
view post Posted on 12/10/2007, 12:39




inconcepibile sentenza ma non mi stupisce piu' di tanto!anche in italia ci considerano sottosviluppati, in molti nella loro infinita ignoranza ci giudicano con mille pregiudizi. ancora negli anni cinquanta mia prozia si recava a Roma presentandosi come sarda e una allegra famigliola di "continentali" scopriva con stupore che "si, anche i sardi portano le scarpe!" :huh: .. per cui non mi meraviglia che anche un giudice tedesco, che dovrebbe essere, per il ruolo sociale che ricopre, una persona di cultura medio alta, dia valutazioni inquinate da questi diffusi e assurdi stereotipi.
tra l'altro trovo difficilissimo di per sè dare valutazioni attendibili sulle differenze etniche e culturali: il giudice non è un sociologo, nè uno psicologo, nè uno storico e anche se lo fosse o si avvalesse di "esperti" sarebbe comunque una questione spinosissima.
immaginate se dovessimo dare attenuanti a tutti coloro che abbiano origini tedesche e siano accusati di discriminazioni razziali "perchè si sa:i tedeschi hanno il razzismo nelle vene!" <_<
 
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Grisonio
view post Posted on 12/10/2007, 13:59




Sulla violenza ricordo qualche caso simile. Ricordo ad esempio un turco padre-padrone che era stato processato per aver privato della libertà personale i suoi familiari, soprattutto per aver picchiato moglie e figlie. Era stato poi assolto in quanto, secondo il giudice tedesco, ciò rientrava nei costumi orientali correggere ed educare la famiglia in quel modo. Escludeva difatti l'abuso di mezzi di correzione ed altri reati ancora.
 
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Grisonio
view post Posted on 16/10/2007, 14:56




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Cossiga. "Sentenza saggia e non mi sento offeso".

"Si tratta di un giudice germanico la cui cultura affonda nelle radici del delitto storico". Chi si attendeva che l'ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, da buon sardo difendesse la sua terra a suon di picconate, avrà forse di che restar deluso dal commento fatto sulla sentenza dai connotati "etnici" pronunciata in Germania nei confronti di un cagliaritano. Con la consueta ironia, ma sempre lucido e mai pago di riferimenti storici, l'emerito, che così non vuol esser più definito, dà una lettura della vicenda che anzichè accendere, smorza decisamente i toni della polemica. Sullo sconto di pena per lo stupro ripetuto propone, addirittura, una lettura tutta particolare: "Se la donna si è promessa all'uomo, ironizza, è giusto che questi possa esercitare i suoi "diritti" di coniuge".
Sardo doc e anche "geneticamente" orgoglioso. Si è sentito offeso come il suo concittadino, Mario Segni?
"Offeso? E perché mai avrei dovuto. E' una sentenza e bisogna saperla leggere. Quella del giudice tedesco che ha concesso l'attenuante della sardità è una cultura che affonda le sue radici nel delitto storico e che tiene conto delle tradizioni di quel popolo, che sono indipendenti dalle azioni di coloro che compiono un fatto grave."
La società sarda è storicamente matriarcale e le donne hanno sempre goduto di un indiscusso rispetto. Perchè tanti pregiudizi?
"Le donne sono sempre state le sovrane assolute per quanto riguarda la conduzione della famiglia, l'amministrazione dei beni. Diverso è il campo delle relazioni sessuali dove l'uomo se è sposato, o se la donna gli si è promessa ha un diritto supremo su di essa. Quello che i continentali chiamano stupro è l'esercizio magari violento di un proprio sovrano diritto. La donna che si oppone, dunque, compie un atto illeggitimo".
Lei è anche un costituzionalista. Ci dia un parere tecnico...
"Io sono per il diritto vivente non per quello formale. Sono per il diritto barbaricino illustrato da Antonio Pigliaru".
Presidente, si tratta di un caso diplomatico? La Bertolini, di Forza Italia, azzarda addirittura una richiesta di scuse da parte del Governo della Merkel...
"La Bertolini mi è simpatica ma quello che dice è assolutamente fuori luogo. Non solo sono contrario ma se si dovesse fare una cosa del genere guiderei io una rivoluzione, come quella del Generale Angioy"

http://notizie.tiscali.it/articoli/cronaca...ossiga_869.html

L'immagine sotto è significativa. Evidentemente non tutti
i sardi sono daccordo con il Presid. Francesco Cossiga :lol:
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Grisonio
view post Posted on 25/10/2007, 10:59




Da "Il Sardegna" (24-Ott.2007) nuove notizie sullo stupratore isolano...
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7 replies since 11/10/2007, 13:22   99 views
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